Firenze 25 novembre – 2 dicembre 2016

Festival Internazionale del film documentario

DOMENICA 27 NOV. - SPAZIO ALFIERI

Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 15:00 - Ingresso libero

LA BARCA È PIENA?
Luoghi comuni e domande scomode sui rifugiati


TAVOLA ROTONDA
Durante la seconda guerra mondiale, in Svizzera si diffuse un modo di dire che divenne uno slogan ancora oggi in voga: “la barca è piena!”. La Svizzera, in quanto Paese non belligerante, era diventata una delle mete più ambite per coloro che cercavano un rifugio dalle persecuzioni e dal dramma del conflitto che insanguinava il resto dell’Europa. La risposta che si decise di dare a chi premeva alle frontiere è ben sintetizzata dal poster che Victor Surbek produsse nel 1946.

"Das Boot ist voll" (la barca è piena) divenne uno slogan che rispondeva tanto alle richieste di accoglienza come alle accuse di cinismo rivolte agli svizzeri in quegli anni. L’immagine (ideale e materiale) della società come una barca stracolma che sta per affondare ha attraversato i secoli per diventare negli ultimi anni una formidabile iper-icona: dalla Ginevra del dopoguerra alle proteste di Goro (paesino in provincia di Ferrara) avvenute nella fine di Ottobre 2016 il passo è breve; dalla "barca è piena" alla "misura è colma". Quella della barca stracolma è una figura retorica che si ripete nel tempo, mescolandosi e ibridandosi con fatti di cronaca e con le contingenze. Ma quella della barca piena è anche un’immagine che, all’opposto, rimanda ai viaggi disperati dei migranti in fuga da qualche guerra o carestia. Un’immagine diventata drammaticamente familiare.

All’interno del focus LOOKING FOR NEVERLAND che quest’anno il Festival dei Popoli dedica ai film documentari che si occupano dei rifugiati, abbiamo voluto aprire un momento di riflessione e dibattito attraverso la messa in discussione del senso comune del discorso sui rifugiati. La barca è davvero piena? E questa immagine non rischia di essere ambigua e fuorviante, una di quelle figure che intossicano il nostro immaginario e il nostro linguaggio?
Abbiamo chiamato a confrontarsi su queste domande giornalisti, operatori sociali, ricercatori, documentaristi… e tutto il pubblico del Festival dei Popoli, sempre pronto ad andare oltre i luoghi comuni e far/si domande scomode.

Moderatore: Vittorio Iervese

Intervengono:
Luigi Achilli, ricercatore EUI
Giulia Bondi, giornalista
Emilio Ciarlo , Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
Daniela Consoli, Asgi
Andrea Marchesini, Direttore Lai-Momo
Anna Meli, Cospe

Evento in collaborazione con Cospe, TerraProject e Multiverso Firenze

Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 15:00 - Ingresso libero

BUNKERS
di Anne-Claire Adet
(Svizzera, 2016, 14’)

Un'immersione sensoriale e in prima persona nell'esperienza soffocante di un rifugio sotterraneo in Svizzera risalente alla seconda guerra mondiale, nel quale, a decine di metri di profondità, vengono oggi rinchiusi i richiedenti asilo. Il film invita lo spettatore a vivere l'angoscia di uno di loro, Mohammad, che rievoca la sua esperienza di vita sotterranea.



Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 15:00 - Ingresso libero

THE BURDEN OF PROOF
di Stefan Kessissoglou
Germania, 2016, 34’

Seguendo la storia di due richiedenti asilo in Repubblica Ceca e intervistando il funzionario che decide del loro destino, il film sviluppa un'interessantissima riflessione sui meccanismi decisionali dietro la concessione o meno dello status di rifugiato, mettendo in rilievo la sfuggevolezza della materia e la difficoltà di dimostrare con prove certe la condizione di persecuzione politica, la cui verifica è affidata alle regole (e all'arbitrio) del sistema di accoglienza.



Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 18:30

Le Passeur
di Danielle Arbid
(Francia, 1999, 13’)

Ibrahim, rifugiato politico curdo, viene assunto dal mutua francese che rimpatria i corpi di persone di origine africana decedute in Francia. Il giorno dopo la sua assunzione, assiste alla prima rimozione di un corpo in un appartamento della banlieu parigina. Ibrahim si troverà catapultato in un mondo confuso, strano, talvolta buffo, eppure molto reale, diventando una sorta di "traghettatore" dalla vita alla morte.

Aux frontières
On Borders

di Danielle Arbid
(Francia, Libano, 2003, 58’)

Un tour del confine che separa una terra che porta due nomi, Israele e Palestina, dai suoi vicini: la Giordania, Libano, Siria ed Egitto. Senza mai oltrepassare il confine, in un viaggio tra il Libano e la Giordania, dove stanno i rifugiati, gli esiliati, i nemici. Danielle Arbid prova ad osservare quelle terre con gli stessi occhi di coloro che lo guardano da fuori, il cui sguardo è colorato da sentimenti disparati e contrastanti.



Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 20:30

A STORY FOR THE MODLINS
di Sergio Oksman
(Spagna, 2012, 26’)

Un uomo che sogna di diventare attore e ottiene una piccolissima parte in Rosemary’s Baby di Roman Polansky. Sarà la sua unica apparizione al cinema. A partire da un dettaglio di quel film, come in un romanzo visionario la storia di una famiglia viene raccontata attraverso lettere, fotografie, oggetti. Un breve e folgorante montaggio di parole e immagini restituiscono la follia e la creatività invisibili e sconosciute di una esistenza.



GOODBYE, AMERICA
di Sergio Oksman
(Spagna, 2006, 72’)

Al Lewis è un attore americano famoso per aver interpretato la parte del nonno nella serie di culto degli anni Sessanta The Monsters. Nel camerino di un piccolo teatro di posa, l’attore, davanti allo specchio mentre viene truccato, racconta sé stesso e la propria vita, tra impegno politico e amore per lo spettacolo, tra cinema, televisione e radio. Un racconto che diventa ben presto un ritratto dell’America, dei suoi sogni e delle sue utopie, delle sue lotte e delle sue disillusioni.



Domenica 27 novembre, Spazio Alfieri, ore 22:30

DE MISSIE
THE MISSION

di Robert Oey
(Paesi Bassi, 2016, 90’)

Il film si concentra sulla missione delle Nazioni Unite in Mali, mostrata attraverso gli occhi di un colonnello delle forze speciali olandesi, Joost de Wolf. Soldato temprato e di buon senso, nel 2014 viene nominato vice comandante delle operazioni della missione di pace dell’ONU in Mali. Al suo arrivo, l'esercito del Mali lancia un attacco contro i ribelli della regione e il Colonnello si ritrova in grande difficoltà a mantenere la pace tra le fazioni e a comprendere le scelte strategiche dei vertici dell’ONU.

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